Capire la bolletta: cosa si nasconde dietro la voce “Spesa per la materia energia”
Quando si parla di offerte luce, confronti tra bollette e promesse di risparmio, spesso il cliente si trova in difficoltà. Le informazioni non sono sempre chiare e, purtroppo, non è raro imbattersi in venditori poco trasparenti che giocano proprio su questa complessità per convincere le persone a cambiare fornitore. Ecco perché è importante fare chiarezza, partendo da una delle voci più discusse e spesso fraintese della bolletta: la spesa per la materia energia.
A un primo sguardo, questa voce sembra indicare semplicemente il costo dell’energia elettrica consumata. In realtà, le cose sono un po’ più complesse. La “spesa per la materia energia” non si limita al prezzo dei kWh effettivamente utilizzati, ma include anche altre componenti: alcune fissate dall’Autorità (ARERA), altre definite dal singolo fornitore.
ARERA descrive questa voce come l’importo che copre tutte le attività necessarie a fornire energia al cliente finale. Dentro ci sono il costo dell’energia, il servizio di dispacciamento – cioè il meccanismo che assicura l’equilibrio tra domanda e offerta in tempo reale – e le attività legate alla gestione commerciale del cliente. Ma non solo: possono essere presenti anche meccanismi perequativi e altre voci specifiche.
Nel mercato tutelato, questi costi vengono aggiornati ogni tre mesi dall’Autorità. Nel mercato libero, invece, è il singolo venditore a stabilirli e a strutturarli in modo diverso. Qui, infatti, entra in gioco la concorrenza tra operatori, ed è proprio su queste componenti che si costruiscono le offerte commerciali.
Ciò che spesso non viene spiegato è come si compone realmente questo importo. Oltre al costo puro dell’energia al kWh, troviamo una quota fissa annuale (che copre, ad esempio, i costi di gestione e commercializzazione), le perdite di rete (cioè la parte di energia che si disperde lungo la rete elettrica), lo spread o margine di guadagno del fornitore e il costo del dispacciamento. Tutti elementi che, messi insieme, incidono notevolmente sull’importo finale.
Facciamo un esempio. Se nella tua bolletta leggi che per 12 kWh consumati hai pagato 38,45 euro, potresti essere tentato – o ti potrebbe essere suggerito – di dividere l’importo per il numero di kWh, ottenendo un costo medio di circa 3,20 euro/kWh. Ma questa operazione è del tutto fuorviante. Quel prezzo medio, infatti, include molto più della sola materia prima. Eppure, c’è chi lo usa per confrontarlo con offerte che dichiarano un prezzo di 0,15 euro/kWh. Un confronto, questo, che non regge: sarebbe come confrontare il prezzo di un viaggio tutto compreso con il solo costo del biglietto del treno.
Se poi qualcuno ti dice che i suoi 0,15 euro/kWh includono anche tutte le tasse, l’IVA e i costi di sistema, allora sei di fronte a un comportamento gravemente scorretto, se non proprio a una truffa. Nessun fornitore può garantire un prezzo “finito” senza conoscere il tuo profilo di consumo, la tipologia del contratto, la zona geografica o altre variabili che incidono sulla bolletta.
La verità è che non si può ridurre tutto a un numero solo. E ancor meno ci si può fidare di chi fa confronti veloci, basati su frasi dette a voce, senza lasciare una copia scritta della proposta commerciale. Un venditore corretto è trasparente, fornisce i dettagli dell’offerta nero su bianco, ti permette di leggere ogni voce e di capire da cosa è composto ciò che pagherai.
Anche all’interno delle offerte commerciali, i fattori che incidono sulla spesa complessiva non si limitano al prezzo del kWh. Ad esempio, i costi di commercializzazione, spesso indicati con una semplice cifra mensile, possono far lievitare notevolmente il conto finale: 12, 30 o addirittura 40 euro al mese, anche quando non consumi nulla. Lo stesso vale per componenti come lo spread o le cosiddette “voci alfa e beta”, che rappresentano piccoli margini su ogni kWh ma che, su base annuale, fanno la differenza.
Ecco perché noi di Zelo Energia invitiamo tutti i clienti a non fermarsi mai alla prima impressione. Chiedete sempre una copia della proposta commerciale, verificate con attenzione ogni voce, consultate il sito del fornitore e, se qualcosa non vi è chiaro, fate domande. Solo così potrete prendere decisioni davvero consapevoli.
Affidarsi a un fornitore serio non significa solo risparmiare qualche centesimo, ma avere al proprio fianco un’azienda pronta a spiegare, a supportare e a costruire con voi un rapporto di fiducia nel tempo.