Nel pacchetto REPowerEU misure per infrastrutture, risparmio, rinnovabili, efficienza, idrogeno
Ue, 300 mld € per affrancare l’Europa dall’energia russa
Acquisti comuni di gas, sostegno a nuovi progetti per Gnl e gasdotti, accordi con fornitori di idrocarburi non russi. E naturalmente risparmio, efficienza, rinnovabili e idrogeno. Questa la ricetta della Commissione Ue per affrancare l’Europa dalla dipendenza energetica dalla Russia, un titanico sforzo che comporterà investimenti per 210 miliardi di euro al 2027 e 300 mld € al 2030, in parte finanziati con il Recovery Plan.
La strategia è contenuta nel corposo pacchetto REPowerEU presentato il 18 maggio, che include cinque comunicazioni, una proposta di regolamento, una di direttiva e una di raccomandazione, nonché un documento di lavoro sull’idrogeno e il biometano e le linee guida sulle modifiche ai Pnrr alla luce dell’emergenza bellica.
Il pacchetto è basato sulle analisi di Bruxelles rielaborate a seguito dell’aumento dei prezzi dell’energia, che indicano al 2030 una generazione elettrica da gas in calo del 67% (o 240 TWh) rispetto a quanto previsto con Fit for 55. Crescerà invece il ricorso al carbone e al nucleare: sempre rispetto allo scenario di fine decennio prospettato un anno fa, il primo genererà 105 TWh in più, il secondo accrescerà la produzione di 45 TWh. Di conseguenza, al 2030 l’import di gas scenderà di 97 milioni di tep e quello di carbone e petrolio salirà di 13 e 6 mln tep rispettivamente.
Sul fronte dei finanziamenti, la Commissione è pronta a mobilitare 297 mld €, di cui 72 mld € in sovvenzioni e 225 mld € in prestiti. Le sovvenzioni saranno finanziate con 20 mld € dalla vendita di quote Ets prelevate dalla Riserva di stabilità, mentre altri 26,9 mld € arriveranno dai fondi di coesione e 7,5 mld € dalla Politica agricola comune. La Commissione raddoppierà inoltre fino a 3 mld € la dotazione 2022 dell’Innovation Fund per i grandi progetti.
I finanziamenti andranno per 10 mld € alla realizzazione dei collegamenti mancanti nella rete del gas e dei nuovi terminali Gnl e per 2 mld € alle infrastrutture petrolifere necessarie a interrompere le importazioni di greggio russo. Tutto il resto sarà indirizzato a iniziative in linea con la transizione energetica.
In particolare, per l’efficienza è previsto un aumento dei fondi Ue, che assieme ai finanziamenti e incentivi nazionali permetteranno di accrescere dall’attuale 9 al 13% l’obiettivo vincolante di risparmio al 2030. Alla stessa data è incrementato dal 40 al 45% il target per le rinnovabili, che passeranno dall’attuale 33 al 67% della capacità elettrica installata Ue e saranno stimolate attraverso le numerose iniziative contenute nel pacchetto. Tra queste una “strategia solare” che punta a moltiplicare per due entro il 2025 la capacità FV fino a 320 GW e poi a un’ulteriore crescita a 600 GW al 2030, nonché un raddoppio del tasso di diffusione delle pompe di calore e misure per integrare l’energia solare termica e geotermica nelle reti di teleriscaldamento. Ma soprattutto saranno accelerati gli iter autorizzativi degli impianti Fer, con una specifica raccomandazione che chiede ai 27 di applicare le “più favorevoli procedure disponibili” classificando tali impianti di “interesse pubblico prevalente” e “nell’interesse della sicurezza pubblica”.
Infine, REPowerEU quantifica in 50 mld € la spesa necessaria a diversificare le forniture di gas russo ricorrendo al Gnl (senza considerare i 10 mld € per gli ulteriori terminali) e fissa un obiettivo al 2030 di 10 mln ton da produzione Ue più altrettante di importazione per l’idrogeno verde e di 35 mld mc per i gas rinnovabili.