OBIETTIVO: liberarsi dall’energia Russa
L’invasione Russa ai danni dell’Ucraina
L’invasione Russa ai danni dell’Ucraina, ha stravolto uno scenario che fino a pochi giorni prima sembrava ormai scontato, con una doccia fredda che ha improvvisamente ricordato a tutti che l’UE importa il 90% del gas che consuma (quasi 350 miliardi di mc nel 2021). Un import soddisfatto per oltre il 40% dalla Russia.
La Commissione UE ha dovuto perciò trasformare nel minor tempo possibile la seconda “toolbox” contro il caro-energia in una vera e propria strategia per l’affrancamento dal gas di Mosca, che secondo Bruxelles potrebbe arrivare “ben prima del 2030” attraverso una serie di misure contenute nel pacchetto RePowerEU presentato l’8 marzo.
Al centro della nuova strategia è un piano (REPowerEU plan) basato sull’individuazione, di concerto con gli Stati membri, per stimolare progetti e riforme a livello nazionale, regionale e UE. Il piano si baserà soprattutto sui Pniec (e relativi aggiornamenti), sui Pnrr e sui programmi operativi della politica di coesione, privilegiando i progetti in grado di migliorare l’interconnessione delle reti europee del gas e dell’elettricità. A questo scopo, gli Stati membri dovranno redigere piani nazionali ai quali la Commissione, come per i Pnrr, fornirà sostegno finanziario e assistenza tecnica tramite un “Technical Support Instrument”.
Il fabbisogno finanziario dei piani sarà valutato attraverso una mappatura delle esigenze degli Stati membri e dei progetti, mentre per reperire i fondi necessari saranno mobilitate “tutte le risorse e gli strumenti disponibili a livello nazionale e UE”.
Tra le azioni per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, RePowerEU indica maggiori importazioni via Gnl e gasdotti da fornitori alternativi e un aumento dei target di produzione di biometano e idrogeno rispetto a quelli del pacchetto UE per la decarbonizzazione Fit for 55 presentato lo scorso luglio. Inoltre, viene proposta una drastica riduzione dei consumi attraverso l’efficienza e un’accelerazione delle fonti rinnovabili.
La piena attuazione di Fit for 55, ha sostenuto la commissaria all’Energia Kadri Simson, ridurrà i consumi di gas UE del 30% (equivalenti a 100 mld mc all’anno) entro il 2030 e, con l’aggiunta di ulteriori azioni, si potrà arrivare prima della fine del decennio a un risparmio di “almeno 155 mld mc annui”, vale a dire il volume attualmente importato dalla Russia.
RePowerEU ricalca i “10 punti” per l’affrancamento dal gas di Mosca suggeriti il 3 marzo dall’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), secondo cui la UE può ridurre nel giro di un anno le importazioni di gas russo di 50 mld mc.
A questo scopo, l’Agenzia di Parigi raccomanda innanzitutto di introdurre obblighi minimi di stoccaggio e di non firmare nuovi contratti gas con la Russia, sostituendoli con forniture alternative che potrebbero raggiungere i 30 mld mc entro un anno, nonché di massimizzare la produzione elettrica da bioenergie e nucleare (-13 mld mc sempre entro un anno).
Altri risparmi arriverebbero dalla sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore, da miglioramenti dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria e da una stretta temporanea alle norme sul riscaldamento. Si avrebbe così nell’arco di 12 mesi una riduzione dei consumi di gas di 14 mld mc, cui si aggiungerebbero ulteriori 6 mld mc se si accelerasse lo sviluppo di nuovi progetti eolici e solari.
Un analogo decalogo è stato dedicato dall’Aie alla riduzione della dipendenza dal petrolio russo, che copre al momento il 27% del fabbisogno UE.
Il decalogo, presentato dall’Agenzia il 18 marzo, punta a tagliare la domanda di greggio nelle economie avanzate di circa 2,7 milioni di barili al giorno già nei prossimi quattro mesi attraverso una serie di misure come il lavoro da casa per tre giorni a settimana (risparmio di 500.000 b/g), le targhe alterne nelle grandi città (-210.000 b/g) e le domeniche senz’auto (-380.000 b/g).
Tra le misure suggerite anche la riduzione dei limiti di velocità sulle autostrade (-290.000 b/g), un maggior uso dei mezzi pubblici e della micromobilità (-330.000 b/g), l’incremento del car sharing e di pratiche per ridurre i consumi di carburante (-470.000 b/g) e una guida “efficiente” per i mezzi pesanti (320.000 b/g).